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InpsCosa sia davvero accaduto lo accerteranno gli investigatori del Cnaipic, gli specialisti anti hacker del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della Polizia di Stato. Ma di certo, quella di ieri, sarà ricordata come una delle giornate peggiori per l’Inps. Doveva essere il click day per ottenere il bonus da 600 euro previsto dal decreto Cura Italia e destinato ai lavoratori autonomi e, invece, si è trasformato, soprattutto per gli utenti, in un vero e proprio incubo.
Il sito dell’Istituto di previdenza è andato in tilt – anzi “giù” come dicono i tecnici – forse a causa di un eccessivo numero di richieste, ma, oltre a questa circostanza, fisiologica, c’è anche il fondato sospetto che i server dell’Inps abbiano subito un pesante attacco hacker. A spiegarlo è stato il numero uno dell’Istituto, Pasquale Tridico, che, al termine di una giornata infernale, ha detto a Rainews24 che il portale, rimasto irraggiungibile per ore e ripristinato solo in parte dopo le 17 di ieri, è andato in tilt per le troppe domande arrivate, in poco tempo, e per una “intromissione esterna di sciacallaggio”. Il presidente dell’Inps, tuttavia, assicura che “i sistemi informatici hanno retto e continuano a reggere. Sono sicuri”. ...continua a leggere "Non bastava il Coronavirus, ora dilaga pure l’epidemia cibernetica. Sotto attacco il sito dell’Inps"

La rete informatica in uso al ministero della Giustizia, ma anche quelle di altre realtà pubbliche e private, ha subìto nei giorni scorsi un pesante attacco informatico che ha esposto i dati sensibili di oltre trentamila domini e mezzo milione di caselle di posta elettronica, di cui 98mila in uso ad enti pubblici. La conferma è arrivata da parte del vicedirettore generale per la cyber sicurezza del Dis, Roberto Baldoni. Il Dipartimento di Palazzo Chigi, che sovrintende all’attività delle agenzie di intelligence, ha confermato l’episodio, avvenuto tra il 10 e il 12 novembre, che ha imposto, per diverse ore, anche il blocco precauzionale delle caselle di posta elettronica certificata dei magistrati e delle attività telematiche di tutti i tribunali. Al momento la situazione “risulta sotto controllo”, hanno spiegato da Palazzo Chigi al termine del vertice tecnico convocato su disposizione del presidente del consiglio Giuseppe Conte, anche se non è ancora chiaro quale fosse l’obiettivo degli hacker. Non erano certamente italiani e, secondo quanto ha riferito Baldoni, avrebbero agito in modo “non estremamente raffinato”. Le prime avvisaglie di un possibile attacco - su cui ora indagano gli esperti della Polizia delle comunicazioni - c’erano state già il 10 novembre imponendo un congelamento precauzionale dei servizi che, tuttavia, non ha evitato la compromissione di oltre trentamila domini e di circa 500mila caselle di posta. ...continua a leggere "Italia sotto attacco hacker. A rischio più di 500mila email"

Nel 2013 fu Edward Snowden, l’ex tecnico della National Security Agency, l’agenzia americana che si occupa della sorveglianza elettronica, divenuto famoso per le sue rivelazioni al Guardian sulle attività di spionaggio condotte da Stati Uniti e Gran Bretagna, a spiegare, nel dettaglio, quanto sia strategica per le intelligence occidentali la rete di cavi sottomarini che approda in Sicilia garantendo le comunicazioni tra Italia, Stati Uniti, Nord Africa e Medio Oriente. Ed è, soprattutto, anche per questo motivo che il governo considera strategica Telecom Italia Sparkle. L’80% del traffico voce e dati che dal Mediterraneo arriva in America, compresi i dati di Google, Facebook e presto anche di Amazon, transita per l’Italia, in larga parte in un’anonima palazzina di Mazara del Vallo, una delle 5 stazioni italiane gestite da Telecom Italia Sparkle dove approdano in tutto 21 cavi sottomarini. Il terminale più importante, già finito nello scandalo Datagate dopo le rivelazioni di Snowden, che parlò di intrusioni sistematiche in quei cavi da parte dell’intelligence inglese, è per l’appunto quello di Mazara del Vallo dove approdato, via mare, 10 cavi (qui la mappa). Dai file di Snowden emerse che l’intelligence di Londra aveva piazzato le proprie sonde, captando oltre 600 milioni di telefonate al giorno, su tre cavi: il SeaMeWe3, che approda a Mazara del Vallo, e il SeaMeWe4 e il Flag Europe-Asia che approdano a Palermo. ...continua a leggere "Perché Telecom Italia Sparkle è strategica? Chiedetelo a Edward Snowden"

Che cosa è accaduto tra gennaio e ottobre 2016, cioè nel periodo trascorso tra il momento in cui una società privata scova in una mail indirizzata all’Enav un pericoloso malware e il momento in cui la Polizia postale blocca il colossale sistema di cyberspionaggio messo in piedi dai fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero?
È uno degli aspetti ancora poco chiari dell’inchiesta avviata dalla procura di Roma sul conto dei due spioni romani arrestati il 10 gennaio scorso. Per quanto se ne sa, pur comprendendo le esigenze investigative e i tempi di risposta in indagini tecniche così complesse, gli inquirenti avrebbero impiegato tutto questo tempo prima di bloccare l’attività illecita, con modalità che, tra l’altro, potrebbero aver messo seriamente a rischio l’indagine stessa. Circostanza, quest’ultima, che, addirittura, potrebbe avere legami diretti con la vicenda dell’allontanamento del direttore della Polizia postale Roberto Di Legami.
Dall’ordinanza di arresto dei fratelli Occhionero emerge che l’inchiesta è nata grazie agli accertamenti svolti da un soggetto privato, la società Mentat Solutions, che allertata da Enav Spa, scopre l’attività di spionaggio. Poi la palla passa nelle mani degli investigatori del Cnaipic della Polizia postale. Mentat Solutions è una società molto stimata che si occupa di sicurezza informatica. ...continua a leggere "Occhionero, spionaggio, arresti. I tempi dell’inchiesta e le domande senza risposta"