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artem uss Gli ingredienti della spy story ci sono tutti. Un uomo d’affari russo, figlio di un politico con amicizie potenti, è ricercato dagli Usa e viene arrestato in un aeroporto italiano, finisce ai domiciliari e poi fugge con lo zampino degli 007 del suo Paese. Parliamo dell’evasione-esfiltrazione di Artem Uss. Il 40enne, figlio di un governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk, molto vicino a Putin, svanito nel nulla il 22 marzo scorso, dopo essere stato fermato a Milano e messo ai domiciliari (con un braccialetto elettronico alla caviglia) nel comune lombardo di Basiglio. Una vicenda che rischia di trasformarsi in una grana, non tanto per la giustizia italiana, bensì per la nostra intelligence.
Ma la storia di Uss vale la pena raccontarla fin dall’inizio. Il 40enne era finito in manette il 17 ottobre scorso, fermato dalla Polizia a Malpensa mentre stava per prendere un volo per la Turchia. Sul suo conto pendevano un mandato d’arresto internazionale e una dozzina di capi di accusa contestati dalla giustizia Usa. Uss non è uno qualunque perché è sospettato di contrabbando di tecnologie militari dagli Stati Uniti alla Russia e di petrolio dal Venezuela a Cina e Russia.
Avrebbe eluso le sanzioni e, sempre secondo i giudici americani, anche riciclato milioni di dollari. Finisce in carcere, a Busto Arsizio, poi, mentre vengono avviate le procedure di estradizione, il 2 dicembre ottiene i domiciliari. ...continua a leggere "Oligarca russo evaso dai domiciliari. Manovre per scusare i nostri 007"

Alfredo Cospito L’aria è quella degli anni bui della strategia della tensione. Lo Stato da una parte e la violenza politica dall’altra. E sembra di rileggere le cronache degli anni Settanta, quando ai centralini dei giornali arrivavano rivendicazioni, annunci di attentati o minacce. E Bologna - la città della strage alla stazione centrale del 2 agosto 1980 (85 morti), dei fatti della “Uno bianca” e dell’assassinio del giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalle Br nel 2002 - torna a essere al centro di un nuovo rigurgito eversivo. “A Bologna ci sarà un grave attentato, in relazione ai fatti di Cospito”, queste le parole pronunciate al telefono, martedì poco dopo le 8, da un anonimo. Dall’altra parte del capo c’era un centralinista della redazione bolognese de Il Resto del Carlino. La minaccia riguarda la vicenda di Alfredo Cospito, l’anarco-insurrezionalista condannato a 10 anni e 8 mesi per la gambizzazione del dirigente della Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, e all’ergastolo per l’attentato del 2006 contro la scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Condanne per le quali l’anarchico abruzzese, già militante della Federazione anarchica informale, è finito al 41 bis, prima nel carcere di Sassari e ora in quello di Opera. Un uomo in guerra con lo Stato, fuori e dentro i penitenziari, dove dal 20 ottobre 2022 è in sciopero della fame, proprio contro il regime del carcere duro. ...continua a leggere "Allarme bomba a Bologna. Cresce la minaccia anarco-insurrezionalista"

I nostri Servizi avevano nel mirino due presunte spie russe attive in Italia ben prima che il caso Biot esplodesse. Dunque, quello che era sembrato un tradimento isolato di un ufficiale della nostra Marina, potrebbe celare uno scenario più complesso, con legami che arrivano fino ai giorni dell’invasione in Ucraina, passando per l’emergenza Covid. È quanto emerge dall’inchiesta che Daniele Autieri di Report ha dedicato, ieri sera, all’intricata faccenda dell’arresto di Walter Biot, il capitano di fregata in servizio allo Stato Maggiore della Difesa, accusato di aver venduto segreti Nato ai russi e oggi sotto processo. Ma, soprattutto, al ruolo di due presunte spie venute dal freddo, l’ex agente del Gru, Dmitri Ostroukhov e Aleksej Nemudrov, addetto navale dell’Ambasciata di Roma e responsabile della logistica della discussa missione sanitaria “Dalla Russia con amore” durante il lockdown. Da alcuni documenti contenuti nel fascicolo Biot, che Report ha potuto visionare, ma anche dal racconto di un testimone, emerge che l’Aisi, la nostra agenzia di intelligence interna, stesse sulle tracce dei due russi prima dell’arresto di Biot. Sicuro nel 2020, cioè quando il piccolo cimitero militare di Cormons, in provincia di Gorizia, dove sono sepolti un centinaio di soldati russi caduti durante la Prima Guerra Mondiale, diventa meta del pellegrinaggio di diplomatici di Mosca, tra cui anche Ostroukhov, l’uomo che il 30 marzo di un anno dopo verrà arrestato dal Ros insieme a Biot. ...continua a leggere "Spie russe in Italia. A caccia di prove dell’intesa Nato-Kiev"

Jo Song-gilSono tre le possibili ricostruzioni di quanto sarebbe accaduto alla 17enne studentessa nordcoreana, figlia dell’ex ambasciatore reggente della Corea del Nord a Roma, Jo Song-gil, scomparsa nel nulla a novembre mentre si trovava ancora nella Capitale. E tutte e tre chiamano pesantemente in causa le nostre autorità diplomatiche, quindi la Farnesina, e la nostra Intelligence.
La prima. I genitori della ragazza avrebbero palesato alle autorità italiane dell’intenzione di disertare e avrebbero quindi chiesto all’Italia asilo e, soprattutto, protezione. Assistenza che Roma, con un via libera di Palazzo Chigi e della Farnesina, avrebbe garantito. Dunque il 10 novembre Jo Song-gil e sua moglie si sarebbero allontanati, senza la ragazza, a piedi dalla sede diplomatica della Corea del Nord di Viale dell’Esperanto, all’Eur e sarebbero entrati in contatto con un team di esfiltrazione del nostro Servizio segreto. Grazie al quale, dall’Italia avrebbero raggiunto prima la Svizzera e dopo alcune settimane sarebbero rientrati di nuovo in Italia, protetti in una località segreta. Circostanza, quest’ultima, riferita il 3 gennaio scorso da fonti citate dall’Ansa. La ragazza, stando a quanto hanno detto le autorità nordcoreane alla Farnesina, avendo richiesto di raggiungere i nonni nel suo Paese, sarebbe rimasta in Ambasciata e il 14 novembre, quattro giorni dopo la fuga dei genitori, sarebbe stata accompagnata in aeroporto e da lì avrebbe raggiunto volontariamente Pyongyang. ...continua a leggere "Tutti i buchi sulla scomparsa della studentessa nordcoreana"