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«Sarebbe stato più facile per tutti continuare a pensare che quello che è successo il 24 agosto 2016 fosse solo frutto del destino e non anche dell'opera dell'uomo. Ma se ci fossimo fermati a quella affermazione non avremmo detto tutta la verità, che purtroppo è quella che io dissi già 4 anni fa, dopo i primi accertamenti. È una verità processuale difficile da sopportare, perché quei tragici eventi si potevano e dovevano evitare». Sono le parole di Rocco Gustavo Maruotti, il magistrato che ha indagato sui crolli e sulle 18 vittime delle palazzine venute giù, la notte del sisma di Amatrice, a Piazza Augusto Sagnotti, facendo condannare tutti e 5 gli imputati. Parole che lasciano un segno, insieme a quell’immagine che ritrae un uomo dello Stato, con la toga sulle spalle, che un attimo dopo la lettura della sentenza, visibilmente commosso, si volta e incrocia gli occhi dei familiari delle vittime. Non accade spesso nelle aule dei tribunali. Accade, semmai, il contrario, cioè di raccontare storie di magistrati criticati, insultati, additati e caduti per aver fatto il loro dovere. Dunque quell’immagine non restituisce solo la conferma dell’umanità del pubblico ministero, ma anche, e soprattutto, quello che Maruotti ha detto a tutti noi con una frase molto significativa: «Spero solo che questa sentenza serva a riconciliare i cittadini di Amatrice con quello Stato che 30 anni fa li ha traditi con condotte scellerate». ...continua a leggere "Processo crolli Amatrice, il pm Maruotti: «Le mie erano solo lacrime di gratitudine»"

AmatriceNon fu solo colpa del terremoto, ma anche dell'uomo. E' la conclusione a cui è giunto il giudice monocratico del Tribunale di Rieti, Carlo Sabatini, chiudendo, con 5 condanne per complessivi 36 anni di carcere, il primo processo nato dalle inchieste sul sisma che la notte del 24 agosto 2016 rase al suolo Amatrice (Rieti). Per il Tribunale del capoluogo sabino, e per il pm Rocco Gustavo Maruotti, che sosteneva l'accusa in aula, a causare il crollo delle due palazzine gemelle di piazza Augusto Sagnotti (ex Iacp) fu l'incuria dell'uomo. Perché quelle case popolari, oltre ad essere abusive, erano anche costruite male. Talmente male che non avrebbero potuto sopportare un sisma, anche di magnitudo inferiore a quello che si registrò ad Amatrice. Una tomba per 18 dei 21 inquilini che quella notte non uscirono vivi da quei condomini, crollati a 'pancake', cioè un solaio sopra l'altro, come hanno sostenuto i periti dopo aver analizzato ciò che rimaneva di pilastri troppo sottili, armature esigue e calcestruzzo a bassa resistenza. Una responsabilità - tradotta nei reati di omicidio colposo plurimo, crollo colposo, disastro e lesioni - che il Tribunale, accogliendo la tesi della Procura, ha ritenuto di attribuire a tutti e 5 gli imputati con pene che vanno dai 5 ai 9 anni di reclusione: Ottaviano Boni (9 anni), all'epoca direttore tecnico dell'impresa costruttrice Sogeap; Luigi Serafini, amministratore unico della stessa impresa (8 anni); Franco Aleandri, allora presidente dell'Iacp (7 anni); Maurizio Scacchi, geometra della Regione Lazio-Genio Civile (5 anni); Corrado Tilesi, ex assessore del Comune di Amatrice (7 anni). ...continua a leggere "Processo crolli Amatrice, prime 5 condanne. Il pm: quei 18 morti potevano essere evitati"

AmatriceQuattro anni dopo il terremoto che rase al suolo Accumoli e Amatrice con le sue "cento chiese" e il bellissimo museo civico, tornano alla luce le prime opere d'arte restaurate nei mesi scorsi al Varrone Lab, il laboratorio di restauro allestito dalla Fondazione Varrone a Rieti, e che saranno esposte a Rieti, in una mostra dedicata alle opere scampate al sisma in programma a dicembre. Tra le tele, le pale d'altare, le statue restaurate da Anna Paola Salvi, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Frosinone, Latina e Rieti affidata a Giuseppe Cassio, c'è la tela di Sant'Emidio, santo protettore dai terremoti, recuperata da Accumoli e gravemente danneggiata dal crollo della chiesa di San Francesco che la custodiva; gravemente danneggiata anche la tela di Sant'Emidio venerata nella chiesa di Poggio Vitellino di Amatrice. Il terremoto aveva mutilato la statua di San Francesco,estratta dalla chiesa di San Francesco di Amatrice dai Vigili del Fuoco; quasi irriconoscibili il Cristo in Gloria recuperato dalla chiesa di San Giovanni di Accumoli, il San Michele Arcangelo della chiesa di Casali della Meta e la Madonna con Bambino di Scai, e ora tornate letteralmente a nuova luce. Le opere fanno parte di un pacchetto di 48 pezzi che il 13 gennaio scorso vennero prelevate dal deposito allestito all'indomani del terremoto dal Mibact nella Scuola Carabinieri Forestali di Cittaducale e trasferite a Rieti per il restauro. ...continua a leggere "Tornano alla luce le opere scampate dal sisma"

Amatrice«Dal dolore nasce la forza». Quella che ti aiuta ad andare avanti e a ricominciare tutto daccapo. Un’immagine che, più di altre, fa pensare alla ricostruzione. A nuovi muri e a nuovi tetti. Ne sanno qualcosa Martina e Mario, due giovani di Amatrice che hanno deciso di rimanere aggrappati alla loro terra, messa in ginocchio da un terremoto che a distanza di quattro anni sembra ancora scuotere, nelle viscere, anime, luoghi e coscienze. «Martina è una roccia», racconta il suo compagno Mario, riportando indietro le lancette a quella notte del 24 agosto 2016.E ha ragione, perché Martina Ciancaglioni, che oggi ha 29 anni, là, sotto quelle macerie, ha lasciato la sua intera famiglia: il papà Agostino, noto costruttore, la mamma Rita, caposala all’ospedale del paese e la sorella Morena, futuro ingegnere, che di anni ne aveva 28 ed era incinta. Li ha sepolti il sisma sotto la loro casa di via Madonna della porta, cuore storico di Amatrice, a due passi dalla chiesa di San Francesco, uno dei pochi simboli del vecchio borgo rimasti parzialmente in piedi. Martina si è salvata per miracolo, Mario l’ha chiamata al telefono qualche ora prima della scossa delle 3e36. Era già a letto, lui ha insistito, poi è andato a prenderla e l’ha portata a casa sua. Il terremoto ha azzerato le vite di Martina e Mario, ma non li ha vinti, anzi li ha uniti ancora di più. ...continua a leggere "Ad Amatrice Martina ha perso tutta la famiglia. “Ne ho ricostruita un’altra, qui ci sono le nostre radici”"