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«Sarebbe stato più facile per tutti continuare a pensare che quello che è successo il 24 agosto 2016 fosse solo frutto del destino e non anche dell'opera dell'uomo. Ma se ci fossimo fermati a quella affermazione non avremmo detto tutta la verità, che purtroppo è quella che io dissi già 4 anni fa, dopo i primi accertamenti. È una verità processuale difficile da sopportare, perché quei tragici eventi si potevano e dovevano evitare». Sono le parole di Rocco Gustavo Maruotti, il magistrato che ha indagato sui crolli e sulle 18 vittime delle palazzine venute giù, la notte del sisma di Amatrice, a Piazza Augusto Sagnotti, facendo condannare tutti e 5 gli imputati. Parole che lasciano un segno, insieme a quell’immagine che ritrae un uomo dello Stato, con la toga sulle spalle, che un attimo dopo la lettura della sentenza, visibilmente commosso, si volta e incrocia gli occhi dei familiari delle vittime. Non accade spesso nelle aule dei tribunali. Accade, semmai, il contrario, cioè di raccontare storie di magistrati criticati, insultati, additati e caduti per aver fatto il loro dovere. Dunque quell’immagine non restituisce solo la conferma dell’umanità del pubblico ministero, ma anche, e soprattutto, quello che Maruotti ha detto a tutti noi con una frase molto significativa: «Spero solo che questa sentenza serva a riconciliare i cittadini di Amatrice con quello Stato che 30 anni fa li ha traditi con condotte scellerate». ...continua a leggere "Processo crolli Amatrice, il pm Maruotti: «Le mie erano solo lacrime di gratitudine»"