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DOMENICO GIANINuovo colpo di scena in Vaticano. Dopo le rivelazioni sull'inchiesta riguardante alcune operazioni finanziarie e immobiliari sospette, che vede coinvolti 5 tra alti dirigenti e prelati, con perquisizioni e sequestri che hanno interessato gli uffici della Segreteria di Stato e dell’Aif, il capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani, si è dimesso oggi dal suo incarico. "Lo scorso 2 ottobre - fa sapere la stessa Sala stampa vaticana confermando le indiscrezioni circolate nelle ultime ore - alcuni organi di stampa hanno pubblicato una disposizione di servizio riservata, firmata dal Comandante del Corpo della Gendarmeria, dottor Domenico Giani, riguardante gli effetti di alcune limitazioni amministrative disposte nei confronti di personale della Santa Sede. Tale pubblicazione è altamente lesiva sia della dignità delle persone coinvolte, sia della stessa immagine della Gendarmeria". "Volendo garantire la giusta serenità per il proseguimento delle indagini coordinate dal Promotore di Giustizia ed eseguite da personale del Corpo - prosegue la Santa Sede - , non essendo emerso al momento l’autore materiale della divulgazione all’esterno della disposizione di servizio - riservata agli appartenenti al Corpo della Gendarmeria e della Guardia Svizzera Pontificia – il Comandante Giani, pur non avendo alcuna responsabilità soggettiva nella vicenda, ha rimesso il proprio mandato nelle mani del Santo Padre, in spirito di amore e fedeltà alla Chiesa ed al Successore di Pietro". ...continua a leggere "Vaticano, dopo la fuga di notizie su funzionari e prelati indagati si dimette il comandante della Gendarmeria"

GendarmeriaLa Gendarmeria vaticana, guidata dal potentissimo ispettore generale Domenico Giani, ex ufficiale della Guardia di finanza con un passato anche nei servizi segreti del Sisde, servizio per le informazioni e la sicurezza democratica, potrebbe essersi avvalsa di tecnologie molto invasive per compiere l’indagine sulla fuga di documenti riservati della Santa Sede. Il filone che ha portato all’arresto di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e della 'pierre' Francesca Immacolata Chaouqui.
Gli investigatori del potente servizio di sicurezza del Vaticano, infatti, non è escluso che abbiano utilizzato anche i software spia della Hacking Team, società milanese finita nella bufera a luglio 2015 dopo un attacco hacker che ha svelato la sua rete commerciale nel mondo.
Elementi che lasciano intendere che la Santa sede abbia acquistato e utilizzato software per sorvegliare i telefoni e i computer degli indagati, e non solo, si trovano proprio tra i file sottratti alla Hacking Team e diffusi in Rete nella notte tra il 5 e il 6 luglio. Si tratta della corrispondenza intercorsa, a dicembre del 2013, tra l’ufficio commerciale della società milanese e il colonnello Costanzo Alessandrini, il numero due della Gendarmeria vaticana.
L’oggetto della comunicazione era il sistema Galileo, potente software di intrusione commercializzato alle intelligence di mezzo mondo dalla Hacking Team, che però a Lettera43.it smentisce aver mai venduto il software al Vaticano, «che non è pertanto tra i clienti dell'azienda». ...continua a leggere "Vaticano, l’ombra di un software spia contro i corvi"