La Commissione Moro avvierà un approfondimento sul ruolo della scuola francese di lingue Hyperion, ambiguo crocevia di misteri e coincidenze che, a 37 anni da quei fatti, secondo i parlamentari che indagano sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, meritano di essere chiariti una volta per tutte.
A cominciare, ad esempio, dallo straordinario interesse per le lingue e le traduzioni di alcuni brigatisti fuoriusciti dall'Italia. Ad annunciarlo è stato Federico Fornaro, segretario Pd della commissione Moro, a margine delle ultime audizioni davanti all'organismo parlamentare del magistrato Pietro Calogero e di Duccio Berio, che di Hyperion fu uno dei fondatori.
«Da una attenta lettura degli atti», ha dichiarato Fornaro all’Ansa, «emergono, infatti, coincidenze che meritano di essere chiarite». Fornaro si riferisce, in particolare, al ruolo dei tre fondatori della scuola, Corrado Simioni, lo stesso Berio e Vanni Mulinaris, ma anche di Franco Troiano, un impiegato alla Siemens e tra i leader, insieme al leader delle Brigate Rosse Renato Curcio, del Collettivo proletario metropolitano, di Sinistra proletaria e del cosiddetto Superclan guidato da Simioni.
Troiano fonderà anche la società Eurologos, un'azienda specializzata in traduzioni, ancora oggi sotto la sua guida e operativa in quattro continenti.
«C’è anche Attilio Galli», ha aggiunto il segretario della commissione, «militante di Sinistra proletaria, invece, entrato in Francia nel maggio 1976, era gerente, sempre a Parigi, del Ciit (Club Internazionale di Interpretariato e di Tradizione), che affitta i suoi locali all'Hyperion e ospita nella sua abitazione Berio e Mulinaris».
A riaccendere i riflettori sulla scuola Hyperion sono state le rivelazioni fatte da Calogero proprio davanti la commissione Moro, lo scorso 11 novembre.
Secondo il magistrato fu l’intervento del Sisde, l’allora servizio segreto civile italiano, presso i servizi francesi, a fermare le indagini sulla scuola di lingue Hyperion che era «una centrale informativa legata alla intelligence americana e impegnata in una azione informativa e di controllo dell'espansione comunista in paesi chiave dell'Europa».
Il magistrato ha spiegato che fu l’allora direttore del Sisde, Giulio Grassini, a chiedere ai servizi francesi informazioni sulla sede “coperta” di Rouen della scuola di lingue perché gli inquirenti italiani la ritenevano una «sede di un servizio informativo legato alla Cia». Poi, afferma ancora Calogero, «vagliando le intercettazioni della sede di Parigi dell'Hyperion si scoprì l'esistenza della sede in Normandia ma quando si identificò l'edificio ci si accorse che era circondato da una triplice e concentrica fila di sofisticati sensori che impedivano intromissioni e intercettazioni». I francesi a quel punto confermarono che si trattava di una sede che faceva capo all’intelligence statunitense e le indagini si bloccarono.
Hyperion era ritenuta una struttura satellite della sinistra extraparlamentare italiana in Francia. O almeno lo era in parte, perché la sua storia si intreccia con il caso Moro, ma anche con altri misteri, tanto da essere stata descritta come un centro di varie formazioni terroristiche nazionali (Br) e internazionali (Eta, Ira e Olp), se non una camera di compensazione dei servizi segreti di Est e Occidente per mantenere gli equilibri mondiali del dopo Yalta.
Formalmente Hyperion, precedente nome Agorà, è stata fondata a Parigi nel 1976 (al civico 27 di Quai de la Tournelle), come scuola di lingua da Giulia Archer, convivente di Simioni, compagno di partito di Bettino Craxi nel movimento giovanile socialista e fondatore del Collettivo politico metropolitano (Cpm), gruppo progenitore delle Brigate Rosse. Come scrive Giuseppe de Lutiis, in Il Golpe di via Fani, i fondatori di Hyperion sono proprio Simioni, Berio, Mulinaris, Innocente Salvoni e Francoise Tuscher, nipote dell’Abbé Pierre.
Hyperion entrò nel mirino della magistratura italiana già nel 1979, nell'inchiesta condotta da Calogero sui presunti collegamenti tra Autonomia operaia e il terrorismo. L'inchiesta Calogero sarà però smontata da una pressante campagna di stampa. Altre inchieste punteranno, invece, a ciò che ci sarebbe stato al di sopra dell’ex Agorà, ovvero il Superclan, una struttura ristrettissima nella quale si ipotizza ci fossero legami tra la sinistra exparlamentare e i servizi segreti Nato.
Del resto Berio in una lettera avrebbe ammesso di essere un informatore del servizio segreto militare italiano, l’allora Sid. Insomma è il mondo del terrorismo di quegli anni, gli intrecci della eversione con i servizi, deviati o meno.
Uno dei nomi usati dalla struttura era anche ''la Ditta'' o ''le zie rosse''. Di questo Superclan avevano fatto parte anche Mario Moretti e Prospero Gallinari, due dei principali protagonisti del caso Moro, e Corrado Alunni, uno dei leader di Prima Linea. L’ipotesi è che proprio in Francia ci fosse la base dei “cervelli” delle Br, manovrate dall’estero da una struttura che si pensa possa essere proprio Hyperion o il Superclan.
Su Hyperion indagò anche il giudice Rosario Priore, ma la sua inchiesta finì per confluire in quella veneziana del giudice Carlo Mastelloni, che aveva inquisito Simioni, Mulinaris e Berio per reati più gravi, tra cui un traffico di armi con le Brigate rosse e l'Olp. Tra gli imputati figuravano anche Abu Ayad, capo dei servizi di sicurezza di Al Fatah e alti ufficiali dei servizi segreti italiani, tra cui i generali Nino Lugaresi, Pasquale Notarnicola e lo stesso Grassini. Il processo veneziano si concluse nel 1990 con un’assoluzione generale.
In un articolo del 2012, il sito di Le Monde si occupò del caso riferendo che le analisi, che fino ad allora erano solo ipotesi, incorporano Hyperion sotto la tutela degli accordi di Yalta. Dunque la scuola era considerata, anche oltralpe, come una camera di compensazione tra i servizi segreti, motivo per cui Moro sarebbe finito nel mirino di determinate strutture.
Un altro aspetto apre dubbi sull’ipotesi dell’intreccio Hyperion-Moro. La scuola aveva, infatti, un ufficio anche a Roma in via Nicotera 26 dal 1977. Secondo alcune ricostruzioni, nel palazzo avrebbero avuto sede società vicine ai servizi segreti, in particolare al Sismi. Gli uffici chiuderanno nel giugno del 1978, una esistenza breve nel pieno delle attività per il sequestro.
di Fabrizio Colarieti e Daniele Scopigno per lettera43.it [link originale]