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intercettazioniGli italiani si abituino ai problemi di connessione, ai frequenti black out delle reti, ai social network e alle app per messaggistica temporaneamente inaccessibili e alle difficoltà di effettuare chiamate, anche se lo smartphone dice che c’è abbastanza campo. Saranno questi i “disservizi” più frequenti a cui assisteremo nei prossimi mesi, in particolare nelle grandi città. È il prezzo che, con ogni probabilità, sarà necessario pagare per difenderci dalla minaccia terroristica, anche se l’efficacia della sorveglianza di massa è tutta da dimostrare, come abbiamo imparato dall’11 settembre 2001 in poi.
Poco male per 9 italiani su 10 che, secondo un sondaggio Demos per il quotidiano La Repubblica, si dicono favorevoli a un aumento della sorveglianza di strade e luoghi pubblici attraverso le telecamere, e la metà di essi (il 46%) vorrebbe rendere più facile alle autorità anche il controllo sulle comunicazioni elettroniche, dalle e-mail alle telefonate.
Tuttavia il tema è delicato, c’è in ballo la privacy e la libertà di tutti coloro che non hanno nulla a che fare con il jihad. Il Giubileo impone uno straordinario sforzo per gli apparati della sicurezza nazionale, che comprende un uso intensivo delle tecnologie di sorveglianza di massa nei confronti di precisi target, ma anche del resto dei cittadini che ogni giorno utilizzano il cellulare o il computer per comunicare. ...continua a leggere "Sorveglianza di massa: limiti e controversie"

kamikazeNel 2009, davanti all’anti-terrorismo italiano, il tunisino salafita Riad Jelassi - primo pentito di al Qaeda che ha scelto di raccontare, in Italia, il suo inferno nel cuore della jihad - pronunciò queste parole che fanno tremare i polsi: «Quando uno muore, va bene, cosa possiamo fare. Quando muore una persona cara, ci dispiace, piangiamo, ma la vita continua. Invece con questi discorsi, quando parlano della morte, insistono nel spiegarti e nel parlare della morte, che diventa un trauma, un’ossessione». E ancora: «Arrivi al punto che quando sei solo a casa, tutto diventa niente! L’unica cosa certa nella vita è la morte. Allora perché devo lavorare? Perché mi devo sposare? Perché devo fare figli? Il giorno della nascita di una persona è praticamente una condanna a morte».
Jelassi, secondo il criminologo che lo ha analizzato su ordine della procura di Milano nel corso di una dozzina di sedute, ha subito un «lavaggio del cervello» da parte degli imam. Si è salvato per un soffio, e poi ha iniziato a raccontare quello che sapeva e quello che ha vissuto sulla sua pelle. Aprendo agli inquirenti italiani un mondo. Il mondo di quei kamikaze che, con i tragici fatti di Parigi, sono tornati a riempire prepotentemente le cronache europee: dagli attentatori-suicidi del 13 novembre fino alla donna che si è fatta esplodere durante il blitz del 18.
A 27 anni, nel 1997, Jelassi era fuggito dalla Tunisia. Voleva studiare musica, ma suo padre, a colpi di cinghiate, non glielo aveva permesso: «Perché la musica è l’arte del diavolo». Tra le mura di casa, dove si praticava la sharia, aveva subito ogni sorta di violenza e umiliazione, fisica e psicologica. Poi un giorno un amico lo aveva convinto a fuggire in Italia, a Milano. È lì che Jelassi si è avvicinato alle moschee, ha iniziato a spacciare documenti falsi in nome di Allah e a guadagnare molto. L’imam è presto diventato la sua figura di riferimento. ...continua a leggere "Jihad, storia di un kamikaze pentito"

VaticanoC'è un piano che da mesi, in vista del Giubileo, si sta mettendo a punto ai vertici dei servizi segreti italiani. Ed è diventato di stretta attualità dopo le stragi di Parigi. «Si ritorna alla human intelligence (Humint, ndr), il fattore umano. Più agenti sul territorio, come si fece per fermare le Brigate rosse, e potenziamento dei fondi per le fonti e gli infiltrati». Una fonte qualificata della sicurezza nazionale spiega a Lettera43.it che l'obiettivo è «mettere al riparo il nostro Paese da attacchi terroristi».
L'allerta è massima, nessuno si può considerare al riparo dal pericolo. Lo hanno confermato gli americani del Fbi, inviando una documento in cui sono indicati come possibili obiettivi dei terroristi San Pietro a Roma, il Duomo e la Scala a Milano.
Alle autorità italiane sono stati segnalati anche cinque nominativi sospetti su cui svolgere approfondimenti investigativi. Si tratterebbe di nomi arabi. Anche la procura di Milano ha contribuito a tenere alta l'attenzione, dicendo che Maria Giulia 'Fatima' Sergio, la foreign fighter italiana che si trova in Siria ed è al centro di un'inchiesta, si sarebbe resa «disponibile all'esecuzione di qualsiasi azione richiesta dall'organizzazione dell'Isis, compreso il martirio». E il Califfato tramite il suo magazine ha minacciato Roma: «Chiediamo ad Allah di sostenere i mujaheddin contro gli agenti dei leader dell'idolatria e i crociati finché la bandiera nera non sarà issata su Istanbul e nella Città del Vaticano». ...continua a leggere "Giubileo, i servizi italiani aumentano fondi e infiltrati"

NocsNiente ferie, niente permessi e reperibilità continua. Gli uomini dei reparti speciali italiani, il Nocs della Polizia di Stato e il Gis dell’Arma dei Carabinieri, insieme ai nuclei antisabotaggio della Guardia di finanza, agli artificieri e alle teste di cuoio di Marina e Esercito, sono in stato di massima allerta. Dopo gli attentati di Parigi e in vista del Giubileo sono state intensificati, in particolare, le esercitazioni e il raccordo con l’intelligence per analizzare ogni possibile scenario.
Gli uomini del Nucleo operativo centrale di sicurezza della Polizia, come i colleghi del Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri, sono addestrati per portare a termine operazioni ad alto rischio, come la liberazione di ostaggi, le irruzioni in ogni ambiente per la cattura di criminali e terroristi, la protezione di alte personalità istituzionali in particolari situazioni di pericolo e la tutela di personalità straniere in visita in Italia.
Gli operatori dei due reparti speciali sono in grado di intervenire, con il supporto di mezzi terrestri, aerei e navali, su tutto il territorio nazionale nell'arco di poche ore. Team specializzati sono stati dislocati su tutto il territorio nazionale, in particolare a Roma e Milano, ma anche nei principali scali marittimi e aeroportuali. ...continua a leggere "Giubileo: come funzionano i nostri reparti speciali"