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La Provvidenza non basta. Il Vaticano ha sfiorato il crac

Le finanze vaticane hanno rischiato il default, a causa del crollo delle donazioni ma anche di operazioni finanziarie spericolate, della lievitazione incontrollata dei costi per il personale e dell’incapacità di valorizzare gli asset, a partire da quello immobiliare. E' quanto racconta Gianluigi Nuzzi nel suo nuovo libro Giudizio universale, edito da Chiarelettere, il quarto che il conduttore di Quarto Grado dedica agli affari più oscuri della Santa Sede. Tremila documenti inediti, quelli a cui ha avuto accesso Nuzzi, fotografano, oltre le mura leonine, una scenario inquietante, soprattutto da quando Papa Francesco ha deciso di scoperchiare il vaso di Pandora provando a cacciare i mercanti dal Tempio. E sono state proprio le indagini della task force istituita da Bergoglio a fare luce su ciò che non tornava nei conti e nei bilanci della Santa Sede. Un disastro che emerge in uno dei passaggi centrali del libro dove si fa riferimento a una drammatica riunione, risalente allo scorso anno e finora rimasta riservata, in cui 17 cardinali (tra cui il Segretario di Stato Pietro Parolin) dissero chiaramente che l’emorragia era talmente grave da mettere a rischio la tenuta delle finanze vaticane. Le voragini più significative, e in certi casi neanche quantificabili, oltre al crollo delle entrate - ad esempio quelle derivanti dai bonifici delle diocesi e dall’Obolo di San Pietro -, riguardano il Fondo pensioni e quello dell’assistenza sanitaria, ma anche milioni di euro persi a causa di investimenti poco oculati in titoli e azioni. Ma non finisce qui. La consistenza dei fondi personali a disposizione del Papa pare fossero nascosti anche allo stesso Bergoglio. Fondi gestiti dalla “terza banca” - dopo Ior e Apsa - “un’entità poco conosciuta nella mappa del potere vaticano: l’ufficio amministrativo della segreteria di Stato, un settore defilato, tra i più restii alla trasparenza, ancora arroccato a proteggere il proprio perimetro dalle riforme del santo padre”. Sul tavolo di Papa Francesco, narra ancora Nuzzi, è giunto anche un dossier riguardante l’esistenza di una contabilità parallela proprio all’Apsa, l’organismo che si occupa della gestione del patrimonio economico del Vaticano, con disponibilità milionarie, non tracciabili, riservate a una ristretta cerchia di porporati. E non è tutto. Altri dubbi anche sulla capacità della sicurezza vaticana di garantire un’adeguata protezione alla persona del Santo Padre, emergono da un documento, elaborato dalle forze di polizia spagnole che punta il dito contro la Gendarmeria.

di Fabrizio Colarieti per La Notizia [link originale]

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