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I furbetti del sisma: residenze fasulle per avere il contributo

Dovranno rispondere di truffa e falso le circa 120 persone che all’indomani del terremoto dello scorso anno, pur non avendo i requisiti necessari, hanno ottenuto e percepito mensilmente il Contributo di autonoma sistemazione (Cas) adottato dalla Protezione civile per fare fronte all’emergenza abitativa. Ne aveva il sacrosanto diritto chi risiedeva nel cratere (inteso come «zona rossa») e aveva perso la casa, in alternativa allamomentanea sistemazione in albergo e in attesa delle Sae, ma, alla fine, oltre ai veri terremotati, sono saltati fuori anche un gran numero di «furbetti del contributo». Che, secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti in questi mesi, avrebbero indebitamento incassato, mensilmente, l’indennità che va, a seconda del numero di componenti del nucleo familiare, da unminimo di 400 a un massimo di 900 euro, 1.100 se in famiglia c’è un disabile, un invalido o una persone con più di 65 anni. A scovarli, incrociando i dati forniti anche dai comuni di Amatrice e Accumoli, sono stati i carabinieri del Comando provinciale di Rieti su delega della procura della Repubblica. Si tratta, ha spiegato il procuratore capo Giuseppe Saieva, di «contributi non dovuti» e da qui le ipotesi di reato di truffa e falso contestate ai primi 120 indagati. A far scattare le verifiche, avviate qualche mese fa, è stato un numero sospetto di cambi di residenza, in particolare dalla Capitale verso Amatrice, subito dopo il terremoto dell’agosto dello scorso anno. Tra chi è stato già scoperto ci sono, soprattutto, anche coloro che, approfittando del crollo degli uffici comunali, e quindi anche dell’irreperibilità della documentazione anagrafica ufficiale, hanno autocertificato il falso affermando di risiedere abitualmente nei comuni terremotati prima del 24 agosto 2016. Molte delle persone indagate sono proprietari di seconde abitazioni che, prima della scossa di terremoto del 24 agosto dello scorso anno, trascorrevano solo qualche settimana, durante l’estatre, ad Amatrice o ad Accumoli. Una prima serie di residenze sospette era emersa, infatti, in seguito ai controlli amministrativi promossi dai Comuni che a campione avevano verificato se quanto dichiarato era la verità o meno, chiedendo ai presunti residenti di fornire prove (come le bollette delle utenze) e testimonianze che quella era davvero lo loro dimora abituale. L’indagine è tuttora in corso, il numero degli indagati potrebbe crescere e allargarsi, così sembra, a un altro vergognoso capitolo, molto simile e che pesa sulle spalle di chi potrebbe aver ottenuto, senza averne diritto, l’esenzione totale dei ticket per visite specialistiche e spese farmaceutiche (il cosiddetto codice T16), prevista per tutti i residenti dei Comuni inseriti nel cratere e poi limitata solo a chi ha perso davvero la propria abitazione.

di Fabrizio Colarieti per Il Messaggero

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