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Elettra, la nave spia italiana avvolta nel mistero

ElettraHa lo stesso nome della nave-laboratorio su cui Guglielmo Marconi, dal 1922 in poi, effettuò i primi esperimenti di radiofonia in Nord America e in Atlantico. Oggi Elettra, ufficialmente classificata come unità destinata al supporto logistico e operativo, è il cuore tecnologico dell'intelligence della nostra Marina militare. In gergo è definita nave Elint-Sigint: si tratta di un'unità specializzata in electronic e signals intelligence, cioè lo spionaggio, e in alcuni casi anche nel disturbo di segnali radio con tecniche di guerra elettronica. Il suo motto, «Anima i silenzi aerei», più di ogni altra spiegazione lascia trapelare le finalità delle missioni spia che compie a supporto di altri mezzi, anche di terra.
Attualmente la nave pare sia molto impegnata nel Mediterraneo, di fronte alle coste africane, in attività di ricognizione, sorveglianza e analisi delle comunicazioni radio. Tuttavia, nonostante alcune interrogazioni parlamentari, l'unica missione della nave Elettra di cui si è avuta notizia, oltre il suo probabile impegno durante la crisi libica del 2011, risale al giugno del 2014, quando fu spedita dal governo Renzi nel Mar Nero a spiare le forze militari russe e soprattutto le milizie secessioniste filo russe attive nel bacino del Donec e nel Sud-Est dell'Ucraina. La notizia fu resa nota da analisidifesa.it e dall'agenzia di stampa russa Ria Novosti, sottolineando che la sua presenza davanti alle coste ucraine aveva irritato, e non poco, il Cremlino.
Varata nel luglio del 2002 e operativa dal 2005, Elettra (2.960 tonnellate di stazza per 93 metri) è armata e soprattutto equipaggiata con una trentina di sofisticate apparecchiature per la ricognizione e la sorveglianza elettronica e anche di un mini-sommergibile in grado di operare a una profondità massima di 1.000 metri.
Le poche informazioni tecniche note sulle dotazioni della nave sono apparse, nel marzo del 2014, in un articolo di Gnosis, il periodico edito dall'Aisi, il Servizio segreto interno italiano.
La nave è di base a La Spezia, ha un equipaggio di 30 marinai e 65 tra tecnici e analisti specializzati, ha un’autonomia di 8 mila miglia a 12 nodi ed è dotata di motori diesel-elettrici che la rendono particolarmente silenziosa e di altre soluzioni che favoriscono la bassa osservabilità. L’unità segreta della Marina può dunque avvicinarsi con facilità alle coste, spiare le comunicazioni radio e satellitari, analizzarle e condividerle con le altre forze in campo. Una capacità, quella di captare informazioni ascoltando le comunicazioni del nemico, che è sempre più richiesta nei teatri di crisi.

di Fabrizio Colarieti per lettera43.it [link originale]

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