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Pinelli Calabresi“Il tempo non sempre passa invano e l’impossibile diventa possibile. E ogni volta mi commuove”. Con queste parole, Mario Calabresi, giornalista, ex direttore di Repubblica e figlio del commissario Luigi Calabresi, assassinato nel 1972, ha mostrato su Instagram e Facebook la foto dell’incontro tra la madre Gemma e la moglie dell’anarchico Giuseppe Pinelli, Licia. Le due vedove si sono riviste oggi, a Palazzo Marino, a Milano, in occasione dell’anniversario della strage di Piazza Fontana, di cui ricorrono i 50 anni. L’incontro, impresso in una foto molto significativa, è avvenuto alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che si è soffermato a parlare con le due vedove. “Nel momento in cui facciamo memoria delle vittime di piazza Fontana e, con loro di Giuseppe Pinelli, del Commissario Luigi Calabresi – ha detto poi Mattarella -, sappiamo di dover chiamare le espressioni politiche e sociali del Paese, gli uomini di cultura, l’intera società civile, a un impegno comune: scongiurare che si possano rinnovare in Italia le fratture terribili in cui si inserirono criminalmente quei fatti”. Le due donne si erano strette la mano, per la prima volta nel 2009, davanti all’allora presidente Giorgio Napolitano, in occasione del quarantennale della strage. ...continua a leggere "Piazza Fontana, a Milano l’incontro tra le vedove Pinelli e Calabresi"

Il presidente Francesco Cossiga, grande conoscitore del mondo dell'intelligence, amava ripetere che vi sono delle verità che è meglio che in certi momenti non si sappiano. Si riferiva ai segreti di Stato e ai tanti omissis di cui la storia repubblicana è lastricata. Muri di gomma contro cui si scontrano, cercando la verità nei meandri degli archivi governativi, magistrati, studiosi e giornalisti. Cambiano le leggi e gli interlocutori, ma i segreti - quelli veri - restano al loro posto con un timbro indelebile che li classifica. E' l'altra faccia della storia del nostro Paese: quella non ancora scritta, quella che in certi momenti è meglio che non si sappia. La verità sul sequestro dell'onorevole Aldo Moro, la morte di Enrico Mattei, il ruolo della P2 e dei servizi deviati nella strage di Piazza Fontana, in quella di Bologna e in quella di Ustica, fino ai giorni nostri, passando per la morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, il sequestro dell'Imam egiziano Abu Omar e lo scandalo Telecom-Sismi. Segreto di Stato. Oltre non si può andare. Sono tutti obbligati a fermarsi, chi indaga e chi scrive.
E' il muro che si è trovato di fronte anche Claudio Gatti, inviato speciale del Sole 24 Ore, che ha provato a bussare alla porta degli archivi dei Servizi credendo che dopo 30 anni qualcuno gli avrebbe dato l'opportunità di fare il suo lavoro, cioè cercare la verità e possibilmente raccontarla. Come spiega lui stesso, in un pezzo pubblicato lo scorso 12 luglio, ha trascorso gli ultimi tre anni "facendo richieste e avendo incontri con la controparte negli apparati dello Stato per definire insieme l'istruttoria dell'istanza di accesso agli atti". Lo ha fatto avvalendosi di una legge dello Stato, la 124 del 2007, con cui sono stati riformati gli apparati di sicurezza, in particolare l'articolo 39 (comma 7 e 8 ) che regola la "disciplina del segreto". ...continua a leggere "Segreti duri a morire"