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David Rossi“Se riaprono le indagini sulla morte di Rossi succederà un casino grosso”. E ancora: “Se si sa chi lo ha ammazzato… Non si è suicidato, Rossi non si è suicidato, Rossi è stato ucciso”. È questo il contenuto dell’audio choc, andato in onda ieri sera nel corso di un nuovo servizio de Le Iene, firmato da Antonino Monteleone Marco Occhipinti (qui per rivederlo) e dedicato al giallo della morte dell’ex capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, David Rossi, precipitato nel 2013 da una finestra della sede centrale dell’istituto senese. A parlare, nella registrazione che era stata già svelata nei giorni scorsi dall’emittente calabrese LaCNews24, è l’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, arrestato nel novembre 2019 nell’ambito della maxi inchiesta “Rinascita Scott” sulle commistioni tra ‘ndrangheta, politica e massoneria. Parole carpite nel corso di un’intercettazione ambientale che era stata disposta durante le indagini dal pool di inquirenti guidato dall’attuale procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri. L’avvocato Pittelli fa riferimento alla morte di Rossi, di cui sembra molto informato, mentre parla con un suo collega dei problemi finanziari di Mps. Ma non è solo l’ex senatore azzurro, oggi sotto processo con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, ad avanzare dubbi su quanto avvenne a Siena la sera del 6 marzo 2013. ...continua a leggere "“Non si è suicidato, è stato ucciso”. Audio choc di Pittelli su David Rossi"

Giorgio PietrostefaniI nostri dieci ex brigatisti, alcuni dei quali autori di azioni scritte con il sangue nelle pagine della storia Repubblicana, resteranno, almeno fino a gennaio, ancora in Francia, dove erano latitanti da anni – protetti dalla cosiddetta dottrina Mitterrand – e dove ora sono in libertà vigilata o ricoverati in ospedale.
La Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello di Parigi ha, infatti, rinviato ogni decisione sulla loro estradizione al 12 gennaio 2022. Di buono, per la giustizia italiana, c’è che la stessa Corte ha contestualmente bocciato la richiesta di incostituzionalità che era stata presentata dalle difese dei dieci, quasi tutti Br, arrestati a Parigi il 28 aprile nel corso di un’operazione condotta dalla Polizia italiana e dall’antiterrorismo francese.
Il rinvio, per quanto se ne sa, è legato alla necessità di completare l’iter di estradizione, per ultimare il quale la Corte d’Appello ha formalizzato ulteriori richieste di informazioni all’Italia. L’avvocato della maggior parte degli imputati, Ire’ne Terrel, ha detto all’Ansa che il non accoglimento della richiesta di incostituzionalità “era previsto” e lamentato che i tempi, lasciati alla difesa per l’esame dei dossier che dovranno arrivare dall’Italia entro il 5 dicembre, sono troppo ristretti. ...continua a leggere "Ex brigatisti arrestati in Francia, Parigi rinvia la decisione sulle estradizioni"

Un omicidio di mafia eseguito da sicari non mafiosi. E’ questa la conclusione, riguardante il delitto dell’ex presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella (6 gennaio 1980), fratello dell’attuale presidente della Repubblica, a cui era giunto, indagando, Giovanni Falcone. Una rivelazione che il giudice, due anni prima della sua morte, aveva affidato alla Commissione parlamentare antimafia, nel corso di un’audizione fiume datata 22 giugno 1990. Parole inquietanti, che tirano in ballo l’eversione nera, fino ad oggi rimaste secretate dentro una carpetta custodita in una cassaforte di San Macuto. E ora di libera consultazione per decisione dello stesso organismo parlamentare guidato da Nicola Morra.
“Nel corso di faticose istruttorie – disse Falcone rispondendo ai parlamentari dell’Antimafia – abbiamo trovato tutta una serie di riscontri che ci hanno portato a dover valutare il fatto che queste risultanze probatorie fossero conciliabili con una matrice e quindi con dei mandanti sicuramente all’interno della mafia, oltreché ad altri mandanti evidentemente esterni”. Il giudice, in particolare, sembra ritenere attendibili le parole dell’ex terrorista nero, Cristiano Fioravanti che accusò dell’assassinio Mattarella suo fratello, Valerio, detto Giusva, poi processato e assolto per il delitto dopo che Tommaso Buscetta ne mise in dubbio le responsabilità. ...continua a leggere "Per Falcone ad ordinare di uccidere Piersanti Mattarella fu Cosa nostra ma i sicari non erano mafiosi"

Giulio RegeniGli ultimi messaggi che Giulio Regeni scrisse a un amico anonimo, via Facebook, prima della sua morte, in Egitto, mostrano chiaramente le preoccupazioni per gli studi che il giovane ricercatore stava conducendo nel Paese africano e smentiscono la tesi egiziana che fosse una spia di un’intelligence straniera o un agitatore politico. A sostenerlo è il Guardian, in un articolo dedicato al caso della morte dello studente friulano dell’Università di Cambridge, ora oggetto, in Italia, di un processo contro quattro 007 egiziani che, secondo le indagini condotte dalla Procura di Roma, lo rapirono e torturarono fino ad ucciderlo. Ancor prima di lasciare l’Inghilterra, Regeni era molto preoccupato per i rischi che avrebbe dovuto affrontare lavorando alla sua tesi sui sindacati degli ambulanti egiziani. Il 28enne, ricostruisce il Guardian, in particolare, temeva di essere espulso prima che potesse terminare le sue ricerche. A ottobre 2015, un mese dopo il suo arrivo al Cairo, aveva descritto i sindacati egiziani come “l’unica forza rimasta nella società civile” capace di combattere la repressione del governo. Ma le cose, secondo quanto ricostruisce il Guardian, ben presto presero una piega preoccupante. A una riunione di attivisti sindacali, Regeni aveva notato una giovane donna velata che lo stava fotografando con il telefono e da quel momento iniziò a temere di essere sotto sorveglianza. ...continua a leggere "Regeni non era una spia. Gli ultimi messaggi scritti a un amico smentiscono gli 007 egiziani"