FABRIZIO COLARIETI

Macerie da rimuovere e vigilanza nelle frazioni isolate: c’è l’Esercito

Un piccolo esercito è, ancora oggi, impegnato nei comuni colpiti dal sisma del 24 agosto 2016. Sono 360 gli uomini e le donne dell’Esercito che stanno operando, anche con l’impiego dei mezzi speciali del Genio, nei comuni delle Marche (Arquata del Tronto, Castelsantangelo sul Nera, Visso, Sarnano e Montegallo), del Lazio (Amatrice e Accumoli) e Abruzzo (Campotosto). I militari sono impegnati, soprattutto, nelle operazioni di demolizione di edifici e rimozione delle macerie, ma anche in attività di vigilanza e supporto alle popolazioni. Solo nell’ultimo anno, ha fatto sapere nei giorni scorsi lo Stato Maggiore dell’Esercito fornendo un bilancio delle attività operative, in tutto il cratere sono stati demoliti 602 edifici danneggiati dal sisma e rimosse oltre 150mila tonnellate di macerie. L’Esercito continua a garantire anche i servizi di vigilanza nei paesi e nei borghi disabitati per prevenire atti di sciacallaggio, laddove non si è ancora intervenuti per rimuovere le macerie, come nel caso di molte frazioni di Amatrice e Accumoli. L’impegno dei militari nelle aree terremotate ha riguardato anche l’emergenza neve, in particolare nell’inverno del 2017, e ha visto impegnati mediamente circa 1500 militari e 550 mezzi (tattici, speciali del Genio e commerciali), con un picco massimo di circa 2500 militari e circa 990 mezzi. L’Esercito è stato impegnato, nelle ore successive al sisma, nella ricerca e nel soccorso di superstiti, nel ripristino della viabilità stradale, nella costruzione di 2 ponti provvisori ad Amatrice e nell’allestimento di diverse aree da destinare a scuole e insediamenti di Soluzioni abitative di emergenza. L’impegno dei reparti delle forze armate in contesti di pace è garantito da quella che in gergo è definita la capacità «dual-use» che permette all’Esercito di intervenire su tutto il territorio nazionale in casi di grandi emergenze e calamità naturali operando in sinergia con le altre forze.

di Fabrizio Colarieti per Il Messaggero

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