FABRIZIO COLARIETI

Pirozzi, se non c’è scatto è dura ricostruire

Sergio Pirozzi c'è. E' nella sua Amatrice nelle ore del silenzio e del ricordo. Gira in pantaloncini e la polo tricolore del Dipartimento della Protezione civile, la stessa delle ore in cui c'era da scavare tra le macerie. Due pacchetti di Camel in mano "per domani, perché sarà tutto chiuso per lutto". Il cellulare che squilla in continuazione, lunghi abbracci e strette di mano a chiunque lo incontra in uno dei due centri commerciali realizzati per accogliere i negozi delocalizzati dal centro storico che non c'è più. Per l'anniversario sono venuti a trovarlo anche alcuni ragazzi di Gemona, uno dei comuni friulani colpiti dal sisma del 1976, "perché - dice Pirozzi all'ANSA - chi ha subìto un terremoto terribile si ritrova sempre in questi momenti". L'ex sindaco, oggi consigliere alla Pisana, dove presiede la commissione grandi rischi, protezione civile e ricostruzione, nonostante gli impegni romani, non ha abbandonato la sua terra, vive le gioie e i dolori della sua comunità come quando era chiuso, giorno e notte, nel suo ufficio in Comune da 'sfrattato a tempo'. Il ricordo torna a quella notte di due anni fa, quando uscendo dalla sua abitazione, a due passi dalla chiesa di Sant'Agostino e alle porte di Corso Umberto I, non c'era più nulla. "Sarà una notte particolare - aggiunge l'ex sindaco -, una notte di ricordi. La notte che ha segnato lo spartiacque tra due vite. Purtroppo da allora qui è cambiato tutto, tranne la natura e gli uomini. In questi due anni c'è chi ha fatto grandi gesti di altruismo e chi di egoismo. La metà delle macerie sono ancora qui - va avanti Pirozzi -, sotto gli occhi di tutti. L'Ufficio speciale per la ricostruzione ha evaso una settantina di pratiche per danni lievi. Se non c'è uno scatto ricostruire sarà davvero dura. Sarà necessario prolungare gli effetti della Zona urbana franca, almeno per altri 2 o 3 anni, nei comuni che hanno subìto distruzioni. A fine anno scadrà lo stato di emergenza e spero si valuti una proroga di almeno un anno per la quarantina di comuni che hanno subìto distruzioni. Il futuro di Amatrice - aggiunge l'ex sindaco - dipende dalle scelte e dal coraggio del nuovo Governo. La partita è questa. Consentire, intanto, l'installazione di seconde case provvisorie per i non residenti sarebbe un ottimo provvedimento per i comuni come il nostro. La tragedia che ha subìto la mia comunità non è facile da superare. Temo che prevalga l'individualismo e sono molto preoccupato per i nostri bambini. Sono loro a risentire di più delle tensioni che ci sono nelle famiglie. Servono leggi, certamente, ma anche uno sforzo della comunità. Fare un passo indietro per sé - conclude Pirozzi - e uno in avanti per gli altri. Solo così potrà esserci un futuro".

di Fabrizio Colarieti per Ansa

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