FABRIZIO COLARIETI

Sequestrata la nave Aquarius. Avrebbe scaricato nei porti italiani 24 tonnellate di rifiuti pericolosi

La nave Aquarius di Medici senza Frontiere è stata sequestrata, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catania, perché avrebbe scaricato nei porti italiani 24 tonnellate di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, in maniera indifferenziata, come se fossero rifiuti urbani. L’accusa riguarda la Ong Medici senza Frontiere e due agenti marittimi e ha fatto scattare il sequestro preventivo della nave, che attualmente si trova nel porto di Marsiglia, e di 460 mila euro. Secondo l’accusa i soggetti coinvolti (24 in totale), a vario titolo, avrebbero “sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito un progetto di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, derivanti dalle attività di soccorso dei migranti a bordo della Vos Prudence e dell’Aquarius e conferiti in modo indifferenziato, unitamente ai rifiuti solidi urbani”. Tra i rifiuti scaricati in 11 porti (Trapani, Pozzallo, Augusta, Catania, Messina, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Corigliano Calabro, Napoli, Salerno in Campania, Brindisi) la Procura indica “gli indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari”, gli scarti alimentari e i rifiuti sanitari infettivi utilizzati a bordo per l’assistenza medica. Il gip di Catania, Carlo Cannella, nel decreto di sequestro della nave Aquarius scrive che “vi è un fondato pericolo” che “la libera disponibilità della motonave possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato” visto che “è di tutta evidenza che la commissione del delitto è strettamente collegata all’attività di salvataggio in mare” da parte delle Ong, che “nel periodo oggetto di indagine realizzava ben 37 sbarchi reiterando sempre l’illecita modalità di smaltimento di rifiuti sanitari pericolosi e di materiale medico”. In sostanza, sostengono investigatori e inquiranti, nel periodo compreso tra gennaio 2017 e maggio 2018 da Vos Prudence e Aquarius “non è stata mai dichiarata la presenza di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo” anche in presenza di “numerosi e documentati casi di malattie registrate dai vari Uffici di Sanità Marittima siciliani e del Sud-Italia intervenuti al momento dell’arrivo dei migranti nei porti italiani” duranti i quali sono stati “rilevati 5.088 casi sanitari a rischio infettivo (scabbia, meningite, tubercolosi, Aids e sifilide) su 21.326 migranti sbarcati”.
Medici Senza Frontiere, in una nota, condanna con forza “la decisione delle autorità giudiziarie italiane di sequestrare la nave Aquarius per presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti di bordo”. “Una misura sproporzionata e strumentale – dichiara Karline Kleijer, responsabile delle emergenze per Msf -, tesa a criminalizzare per l’ennesima volta l’azione medico-umanitaria in mare. Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini, ora veniamo accusati di far parte di un’organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti”. Da qui la denuncia di un “estremo, inquietante tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare”. Msf, che ribadisce piena disponibilità a collaborare con le autorità italiane, “contesta la ricostruzione della Procura e respinge categoricamente l’accusa di aver organizzato qualunque attività abusiva”. “Siamo pronti a chiarire i fatti – conclude il direttore generale di Msf Gabriele Eminente – e a rispondere delle procedure che abbiamo seguito, ma riaffermiamo con forza la legittimità e la legalità della nostra azione. L’unico crimine che vediamo oggi nel Mediterraneo è lo smantellamento totale del sistema di ricerca e soccorso”. Di diverso tenore il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini che, alla notizia dell’indagine, ha prontamente twittato: “Ho fatto bene a bloccare le navi delle ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti. #portichiusi”.

di Fabrizio Colarieti per La Notizia

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