FABRIZIO COLARIETI

Emergenza Canadair

gabrielli«Se volete crocifiggetemi pure, ma la coperta è corta». Era il 18 luglio e il capo del Dipartimento della protezione civile, il prefetto Franco Gabrielli, era già in volo tra un incendio e l’altro. Parlava da San Teodoro, nel nord-est della Gallura, dove tre giorni prima un incendio aveva inghiottito in poche ore 800 ettari di macchia mediterranea, capannoni, autovetture e ferito cinque persone. Gli amministratori locali avevano parlato di ritardi nell’arrivo dei Canadair, sollevando, a inizio stagione, il problema della scarsità di mezzi aerei per fronteggiare l’emergenza incendi. Tuttavia il peggio doveva ancora arrivare.
MANCANZA DI RISORSE. «Quest’anno abbiamo avuto finanziamenti per 80 milioni di euro - aveva aggiunto ancora Gabrielli - che ci hanno consentito di avere a disposizione una flotta aerea composta da 30 mezzi (fra Canadair, Elitancher e Fire Boss), ma il prossimo anno i finanziamenti, sulla base delle previsione degli stanziamenti, verranno dimezzati, e questo ci consentirà di avere appena 14 mezzi aerei su tutto il territorio nazionale. Sono preoccupato». Il 31 luglio Gabrielli rincara la dose in un’intervista alla Stampa: «Nel 2013 la campagna della flotta aerea di Stato potrebbe anche non partire a causa dei tagli. Occorre fare delle scelte, stabilire delle priorità. E la lotta agli incendi lo è. Occorrono - spiega ancora il capo del Dipartimento della protezione civile - investimenti sia per la flotta aerea di Stato sia per le squadre di terra. Spero che qualcuno mi ascolti e che le mie parole non cadano nel vuoto: corriamo rischi troppo alti». Poi il prefetto guarda oltre e lancia anche un altro allarme, ricordando a tutti che gli incendi sono precursori di altri disastri (invernali) - frane e dissesti -, cioè altre grane per i piani alti di via Ulpiano. L’11 agosto è un’altra giornata da dimenticare. La protezione civile è nel pieno dell’emergenza con un media di 40 roghi al giorno, dal nord al sud Italia. In fiamme sta andando la Riserva dello Zingaro, siamo in Sicilia lungo la costa trapanese e dentro una delle riserve naturali più belle del Paese, e a mancare all’appello sono ancora gli aiuti che arrivano dal cielo: i Canadair. Gabrielli è di nuovo sotto attacco e come mette piede in Sicilia torna a lanciare l’allarme ai microfoni di Sky Tg24: «Con i fondi previsti nel 2013 non si potranno garantire i servizi dei Canadair contro gli incendi». Dal governo - che solo qualche mese prima aveva annunciato che la scure della spending review avrebbe riguardato anche la protezione civile, compresa una possibile cessione dell’intera flotta Canadair - non arrivano né conferme né smentite. Intanto il fuoco si muove più rapidamente dell’uomo, e i dati diffusi dal Corpo forestale dello Stato, relativi ai primi sette mesi del 2012, parlano chiaro: gli incendi sono quasi raddoppiati rispetto allo scorso anno, più 93 per cento pari a 4.700 roghi, 671 ogni mese. La superficie percorsa dal fuoco sfiora i 24mila ettari, e nella fotografia della Forestale manca il mese di agosto.
I FONDI PER I CANADAIR. Gli incendi aumentano, le richieste d’intervento di mezzi aerei, che ogni giorno giungono al Centro operativo aereo unificato di Roma, superano di gran lunga le capacità operative dell’intera flotta aerea, eppure i tagli sembrano non risparmiare questo delicato settore. A confermare che l’aria attorno alla base madre dei Canadair, a Ciampino, s’è fatta di nuovo pesante sono gli stessi piloti. Per la flotta di bimotori del Dipartimento della protezione civile (19 velivoli CL-415 e 70 piloti) non c’è pace. Prima il fallimento della Sorem, il blocco dei voli e degli stipendi, poi il cambio di gestione con il nuovo appalto affidato alla italo-spagnola Inaer Helycopter. E ora la spending review annunciata da Gabrielli, nel bel mezzo dell’emergenza incendi, cioè quando al fronte, a fare la differenza, è proprio l’intervento immediato dei Canadair. La coperta è troppo corta, i fondi destinati all’impiego dei Canadair - oltre i 40 milioni l’anno che servono a mantenere efficiente e sulla linea di volo l’intera flotta - sono terminati a metà stagione, perché le cisterne volanti della protezione civile a fine agosto avevano già messo in fila il doppio delle ore previste nell’appalto vinto un anno fa dalla Inaer. Nel luglio scorso i Canadair hanno compiuto 943 missioni operative accumulando 2.210 ore di volo (1.255 in più rispetto al luglio 2011), ad agosto 1247 interventi e 2.795 ore di volo (788 in più rispetto al 2011). Complessivamente, tra luglio e agosto di quest’anno, le cisterne volanti della protezione civile hanno lanciato sulle fiamme ben 107.790 tonnellate d’acqua. «I fondi stanziati per il 2013 con un articolo di legge dell’agosto 2011 - spiega a Il Punto il comandante Francesco Morgante del gruppo piloti Canadair - , che prevede di attingere a quelli dell’8 per mille, non sono sufficienti per tutti gli aeromobili schierati quest’anno. Infatti oltre ai Canadair, agli S64 della Forestale e agli elicotteri dei vigili del fuoco, il Dipartimento della protezione civile ha anche un contratto di appalto per gli aeromobili Fire Boss (di proprietà di privati), per i liquidi ritardanti ed estinguenti da miscelare all’acqua. Inoltre i Canadair e gli S64, che sono elicotteri ed hanno pertanto caratteristiche diverse, sono gli unici aeromobili pesanti per l’attività di spegnimento, mentre tutto il resto della flotta è costituita da mezzi leggeri. L’importo stanziato per il 2013 - prosegue Morgante - sembrerebbe coprire l’esigenza del solo contratto di appalto per la gestione dei Canadair di proprietà dello Stato (40 milioni, ndr). Quello che possiamo dire, al momento, è che il servizio fornito dalla flotta Canadair, costruito con investimenti pubblici compiuti negli ultimi vent’anni, è un fiore all’occhiello per questo Paese, in termini di numeri, prontezza di risposta dello strumento, professionalità dei piloti e dei manutentori. Un made in Italy costruito con risorse economiche e professionali che potrebbe essere “esportato” e non tagliato per autofinanziarlo, ovvero per avere la possibilità di ottenere delle risorse finanziarie che possano ripagare parte dei costi. La prevenzione, come arma per combattere la piaga degli incendi boschivi, non può certamente sostituire uno strumento di spegnimento degli incendi. È come voler tagliare i vigili del fuoco pensando di mettere in casa un estintore da 20 chili. Immagini quest’anno come sarebbe andata a finire senza i Canadair? Saremmo a commentare eventi ben più drammatici. La prevenzione insieme al controllo e alle attività di spegnimento terrestri e aeree compongono lo strumento. I piloti del Gruppo volo Canadair - chiosa il comandante - sono disponibili a ogni tipo di confronto, purché si giunga a una soluzione condivisa ed efficace».

di Fabrizio Colarieti per Il Punto del 13 settembre 2012 [pdf]

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