Il Breguet Atlantic, il bimotore anti-sommergibile dell’Aeronautica italiana, che per quarantacinque anni ha pattugliato i nostri mari, è andato in pensione. L’ultimo velivolo in servizio a Sigonella è stato trasferito oggi con un volo speciale sulle sponde del Lago di Bracciano, dove entrerà a far parte integrante della collezione del Museo Storico dell’Aeronautica militare. Il trasferimento del Br 1150 Atlantic è stato effettuato utilizzando un gigantesco elicottero dei Vigili del Fuoco.
La fusoliera dell’Atlantic è stata agganciata dall’elicottero sulla pista dell’aeroporto militare di Pratica di Mare, dove era atterrato dopo la sua ultima missione, ed è stata trasportata fino alla sede del Museo storico dell’Ami. Ad accogliere l’ultimo Breguet, a Vigna di Valle, c’era il generale di brigata aerea, Carlo Moscini, Ispettore dell’Aviazione per la Marina, che al termine del trasferimento ha consegnato simbolicamente le chiavi dell’Atlantic al direttore del Museo, il tenente-colonnello Adelio Roviti.
“L’Atlantic – ha spiegato il generale Moscini – entra di diritto nel novero dei prestigiosi velivoli del Museo storico dell’Aeronautica Militare. L’attività operativa svolta dal velivolo nel campo dell’Antisom è stata incredibile: oltre 45 anni di servizio totalizzando più di 260 mila ore di volo. ...continua a leggere "Va in pensione il cacciatore di sommergibili. L’ultimo Breguet Atlantic dell’Aeronautica trasferito al Museo di Vigna di Valle"
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Come funziona la nuova difesa aerea italiana
Da sei mesi la nuova difesa aerea italiana passa per le sale operative di due centri nevralgici dell’Aeronautica militare, a Poggio Renatico in provincia di Ferrara e a Licola in provincia di Napoli, dov’è sorvegliato lo spazio aereo nazionale ventiquattr’ore al giorno per 365 giorni l’anno.
Il reparto Dami, acronimo di Difesa Aerea Missilistica Integrata, è nato il 15 marzo di quest’anno dalla revisione del Comando operazioni aeree di Poggio Renatico. Al nuovo reparto, da cui dipendono il neo-costituito 11° Gruppo Dami, ubicato sempre a Poggio Renatico, e il 22° Gruppo radar di Licola, sono state assegnate le delicate funzioni di coordinamento e supervisione delle due unità operative italiane integrate nel sistema di difesa aerea nazionale e della rete Nato. La difesa aerea è gestita direttamente dalle due sale operative attraverso una rete radar e radio che copre, formando un ombrello protettivo, tutto il territorio nazionale.
Dalle sale operative dei due gruppi, meglio noti con i loro nominativi storici di “Pioppo” (Poggio Renatico) e “Barca” (Licola), i controllori della difesa sorvegliano lo spazio aereo nazionale avvistando e identificando tutto il traffico aereo, sia esso civile che militare. ...continua a leggere "Come funziona la nuova difesa aerea italiana"
Un caccia Amx dell’Aeronautica militare precipita in Molise
Un cacciabombardiere leggero Amx dell'Aeronautica militare, decollato da Pratica di Mare, è precipitato nelle campagne molisane di Carovilli, a pochi chilometri da un centro abitato, lievemente ferito il pilota di 35 anni, originario del luogo, che è riuscito a mettersi in salvo catapultandosi dal velivolo. Si tratta dell'ennesimo incidente che vede coinvolto un caccia della discussa flotta di 52 Amx Ghibli in dotazione all'Aeronautica.
La storia degli Amx è infatti costellata di incidenti e avarie, oltre 700 in 12 anni (dati aggiornati al 2008), tanto da valergli il soprannome di "bare volanti". Il primo si verificò nell'84, durante le primissime fasi di collaudo: un Amx si schiantò in fase di atterraggio a Torino-Caselle e nell'incidente rimase ucciso il pilota collaudatore. Il 7 novembre '90 un altro caccia, appena entrato in servizio operativo, precipitò nelle campagne pavesi. Nell'impatto con il terreno il velivolo s'incendiò, ma il pilota si salvò lanciandosi con il paracadute.
Nel '92 ne cadde un altro sul tetto di una villetta a Nogara, a 40 chilometri da Verona, e per la prima volta l'Aeronautica sospese i voli, ripresi dopo tre mesi. Nel '93 altri due incidenti: un Amx precipitò in Danimarca nel corso di una esercitazione Nato provocando la morte del pilota; a settembre un altro velivolo cadde vicino Firenze. E ancora: nel '94, sul Gran Sasso, dove morì anche il pilota, nel '96 un altro Amx del 3° Stormo di Villafranca precipitò a Arquata del Tronto, vicino Ascoli Piceno, in questo caso il pilota riuscì a lanciarsi. ...continua a leggere "Un caccia Amx dell’Aeronautica militare precipita in Molise"
Vittime collaterali
Questa storia, più di altre, insegna tante cose. Per esempio che la morte ti si avvicina non solo quando sei vecchio o malato. La gelida Signora ti si accosta anche quando diventi scomodo, quando tocchi con mano la verità e il segreto, oppure quando sei rimasto solo e disarmato. A quel punto sei già morto, resta solo da capire quando e cosa ti accadrà.
Giovanni Falcone, quando il suo destino era prossimo a Capaci, diceva che generalmente si muore perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande o, peggio ancora, perché non si dispone delle necessarie alleanze o si è privi di sostegno. Parole che valgono anche per gli ottantuno passeggeri del Dc9 Itavia precipitato nel mare di Ustica il 27 giugno 1980: quella sera erano soli, erano dentro un gioco più grande di loro, non avevano alleati e nessuno poteva salvarli. Ma vale anche per coloro - almeno due - che dopo quei fatti, con ogni probabilità essendone stati testimoni oculari, hanno incontrato sulla loro strada la gelida Signora. La loro sorte, le loro storie, sono un mistero nel mistero. Le chiamano morti sospette e se nell’affaire Ustica la verità è la vittima numero 82, loro - Mario Alberto Dettori e Franco Parisi - sono i morti numero 83 e 84.
Il giudice Priore gli ha dedicato un capitolo della sua lunga sentenza-ordinanza e, non a caso, quel capitolo s’intitola Le morti sospette. E’ un elenco: 13 nomi, 13 morti. Gli ultimi due sono proprio loro, Dettori e Parisi, e le loro storie sono narrate in un paragrafo a sé che ha un titolo che dice tutto ciò che c’è da sapere: I decessi per i quali permangono indizi di collegamento con il disastro del Dc9 e la caduta del MiG. Priore, nelle premesse, dice anche una cosa importante: in questa storia non si sarebbero dovute determinare necessità estreme di soppressioni, se non nei casi eccezionali di testi diretti, tecnici, in possesso di larga parte dei fatti. Di testi cioè fonti, non smentibili o da mostrare come usciti di senno. ...continua a leggere "Vittime collaterali"