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Un chiaro avvertimento c’era stato. Ad Aldo Moro gli americani, tramite l’allora segretario di Stato Henry Kissinger, recentemente scomparso, avevano fatto sapere che non gradivano che nel cuore dell’Europa ci fosse un governo allargato ai comunisti. Il primo a raccontare quel colloquio, avvenuto il 25 settembre 1974, era stato il portavoce dell’ex segretario della Dc, Corrado Guerzoni, durante una testimonianza resa in tribunale quando Moro era stato già sequestrato e ucciso dalle Brigate rosse. L’incontro con Kissinger era avvenuto a margine di una cena a Washington a cui Moro aveva partecipato nelle vesti di ministro degli Esteri dell’esecutivo guidato da Mariano Rumor. Guerzoni, davanti ai giudici che stavano processando le Br, spiegò che Kissinger era contrario all’allargamento della maggioranza di governo a tutti i partiti, ma in particolare al Pci. L’avvertimento del segretario di Stato Usa, raccontò poi anche la moglie dello statista, fu perentorio: "Onorevole lei deve smettere di perseguire il suo piano politico per portare tutte le forze del suo Paese a collaborare direttamente o la pagherà cara. Veda lei come la vuole intendere". ...continua a leggere "Caso Moro, Report indaga sul ruolo di Kissinger nell’ostacolare l’apertura al Pci"

Aeronautica militareNon pilotavano aerei ma appalti pubblici per i lavori edili e le ristrutturazioni da compiere in otto basi dell'Aeronautica militare tra Lazio e Campania. Ora sono indagati, in 39, 14 dei quali sono stati arrestati, ieri mattina, in diverse città italiane, e 10 dovranno rispettare l’obbligo di dimora. Ma quello che colpisce di più, in questa ennesima storia di gare truccate, è che una dozzina di indagati sono militari.
Gli arresti, su ordine del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri, sono stati eseguiti nelle province di Roma, Napoli, Caserta, Latina, Viterbo, Grosseto, Chieti e Ravenna. A carico degli indagati, ha riferito il comando provinciale dei Carabinieri della Capitale, “sono stati riconosciuti gravi indizi” e contestati reati che vanno dalla turbata libertà degli incanti alla frode nelle pubbliche forniture, alla corruzione per l’esercizio della funzione e alla falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Le indagini, coordinate dalla Procura di Velletri, si sono concentrate su 49 appalti, svolti tra maggio 2017 e gennaio 2021, riguardanti lavori da compiere nelle basi dell’Aeronautica militare di Ciampino, Pratica di Mare, Vigna di Valle, Furbara, Montecastrilli, Borgo Piave, Grazzanise e Somma Vesuviana. ...continua a leggere "Decolla la corruzione. All’Aeronautica pilotavano più appalti che aerei"

artem uss Gli ingredienti della spy story ci sono tutti. Un uomo d’affari russo, figlio di un politico con amicizie potenti, è ricercato dagli Usa e viene arrestato in un aeroporto italiano, finisce ai domiciliari e poi fugge con lo zampino degli 007 del suo Paese. Parliamo dell’evasione-esfiltrazione di Artem Uss. Il 40enne, figlio di un governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk, molto vicino a Putin, svanito nel nulla il 22 marzo scorso, dopo essere stato fermato a Milano e messo ai domiciliari (con un braccialetto elettronico alla caviglia) nel comune lombardo di Basiglio. Una vicenda che rischia di trasformarsi in una grana, non tanto per la giustizia italiana, bensì per la nostra intelligence.
Ma la storia di Uss vale la pena raccontarla fin dall’inizio. Il 40enne era finito in manette il 17 ottobre scorso, fermato dalla Polizia a Malpensa mentre stava per prendere un volo per la Turchia. Sul suo conto pendevano un mandato d’arresto internazionale e una dozzina di capi di accusa contestati dalla giustizia Usa. Uss non è uno qualunque perché è sospettato di contrabbando di tecnologie militari dagli Stati Uniti alla Russia e di petrolio dal Venezuela a Cina e Russia.
Avrebbe eluso le sanzioni e, sempre secondo i giudici americani, anche riciclato milioni di dollari. Finisce in carcere, a Busto Arsizio, poi, mentre vengono avviate le procedure di estradizione, il 2 dicembre ottiene i domiciliari. ...continua a leggere "Oligarca russo evaso dai domiciliari. Manovre per scusare i nostri 007"

Per anni, scrivono gli inquirenti motivando il suo arresto, è stata vicinissima al boss Matteo Messina Denaro. Di più: era la sua amante e colei che si occupava di tutte le necessità dell’uomo che fino al 16 gennaio scorso era in cima alla lista dei criminali più ricercati d’Italia. E alla fine è toccata anche a lei. Da oggi, infatti, la maestra Laura Bonafede, figlia dello storico boss di Campobello di Mazara, Leonardo, è agli arresti con l’accusa di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravata dall'aver agevolato Cosa Nostra.
La 56enne, secondo i carabinieri del Ros e i magistrati della Dda di Palermo, fa parte della “rete di complici” che ha protetto il capomafia, fino agli ultimi giorni della sua latitanza. Di lei, si legge nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Alfredo Montalto, sappiamo per certo che, dopo aver conosciuto Matteo Messina Denaro nel lontano 1997, “ha addirittura instaurato con lo stesso uno stabile rapporto quasi familiare coinvolgente anche la figlia Martina Gentile, durato dal 2007 sino al dicembre 2017, quando venne necessariamente interrotto a seguito di un importante ennesima operazione di polizia, per poi riprendere, appena 'calmatesi le acque' negli ultimi anni sino all'arresto del latitante". ...continua a leggere "Arrestata Laura Bonafede. È accusata di aver favorito la latitanza di Messina Denaro"